San Donato Val di Comino (Sàndë Dënàtë in dialetto locale) fa parte del circuito turistico de I borghi più belli d'Italia, e nel 2004 riceve la ”Bandiera Arancione”, del Touring Club Italiano per ospitalità e qualità degli eventi organizzati. Si trova all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il paese è uno dei crocevia per il passaggio dal versante laziale a quello abruzzese tramite il valico Forca d'Acero.
Nel dialetto locale è chiamato «Sande Renàte», come il santo patrono, con trasformazione della d intervocalica in r, secondo una tendenza abbastanza accentuata del dialetto sandonatese, o «Sandrënnàte». Nei paesi vicini, invece, è conosciuto come «Sandënàtë». Secondo alcune fonti, da tempo variamente discusse, le sue origini sono da ricollegarsi alla storia di Cominium, un avamposto sannita, distrutto nel 293 a.C. dagli eserciti di Roma, che sarebbe stato ubicato nella Valle di Comino, in particolare nel territorio contrassegnato oggi dai comuni di Alvito, Vicalvi e, appunto, San Donato Val di Comino. Qui l'edificazione di un primo santuario dedicato al culto di San Donato appare coeva, o comunque di poco successiva, al 304, anno del martirio dell'allora vescovo di Arezzo.
Il territorio cominese appartenne, in seguito, ai Longobardi, nell'ambito della cosiddetta Langobardia Minor. Secondo gli Scrittori di cose italiche, il primo documento noto che registra la presenza del toponimo del centro in oggetto (Ecclesiam Sancti Donati in territorio Cumino) risale al 778, anno della cessione fattane da Ildebrando, duca di Spoleto, al Monastero di San Vincenzo al Volturno. Le vicende successive sono legate agli esiti della battaglia del Garigliano del 915, da cui prese le mosse la migrazione delle popolazioni di quei territori che, partendo da Itri, si diressero verso i monti al confine tra Lazio e Abruzzo.
Il centro fu legato all'Abruzzo in termini economici (la transumanza) e politici, poiché fu posseduto dalle famiglie dei D'Aquino, Cantelmo e Cardona. Fino al 1807 il borgo conobbe un notevole sviluppo economico e demografico, arrivando a superare i 5000 abitanti, annettendo inoltre l'abitato di Gallinaro. Dopo l'Unità d'Italia, il centro fu coinvolto nel brigantaggio postunitario, e nel 1915 fu anch'esso colpito dal terremoto di Avezzano. Così iniziò un forte spopolamento del borgo, durante il fenomeno dell'emigrazione. Nel 1927 con regio decreto, Benito Mussolini creò la Provincia di Frosinone, inserendovi San Donato. Malgrado i buoni propositi del boom economico, San Donato non recuperò mai più le 5000 unità, e nel 1984 fu colpita sa da un grave terremoto con epicentro proprio nel comune, che danneggiò il centro e anche i comuni abruzzesi di Pescasseroli, Barrea e Alfedena. Tuttavia negli anni '90 grazie alla valorizzazione culturale della Val di Comino il centro ha concentrato positivamente la sua attività economica sul turismo.